ANNALISA, da Passirano: canto, tamburelli, bodhranROBERTO da Rovato: basso, chitarra folk, piano, bouzoukiSergio da Rezzato, chitarraFranco

La "squadra" 2018, con:Annalisa: canto, tamburelli, bodhran, pazienza e sostegno psicologico.
Roberto: basso, bouzouki, percussioni campionate, mandoloncello, questo sito.
Sergio: chitarra, voce. È anche cantautore dialettale in proprio.
Gianfranco: flauto, sax. È il figliol prodigo, ritornato nel gruppo nel 2017 dopo un'aspettativa di oltre 20 anni.

Sono stati "IN CANTINA" o hanno collaborato negli ultimi anni:
Gabriele C. (chitarra e voce),
Angelo F. (tastiere),
Santo C. (flauto),
Claudio Z. (batteria), Gianni B. (voce, fisarmonica e piano)
Giovanna B. (flauto), Lorenzo P. (chitarra, mandoloncello, bouzouki),
Amos C. (batteria),
Emma C. (basso).

 

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LA CANTINA DI ERMETE

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--La Cantina di Ermete--
La cantina di Ermete, gruppo storico nell’ambito della musica in dialetto bresciano, si propone con un repertorio essenzialmente di brani di propria composizione per testi, musica ed arrangiamenti.

Il gruppo ha modificato, in oltre un trentennio, la formazione e lo stile musicale, passando dagli esordi acustici al folk, da sonorità etniche a basi classiche; nel primo decennio del 2000 si è parzialmente "elettrificata" aggiungendo colori rock e jazz al repertorio ed inserendo alcuni brani d'autore; negli ultimi anni ha recuperato il piacere dell'acustico con fisarmonica, bouzouki, mandoloncello, sempre mantenendo la peculiarità della "Cantina": testi sempre in dialetto.

Volendo definire, oggi, con una sola "etichetta" il nostro stile direi che la meno inadatta potrebbe essere FOLK PROGRESSIVO (prog-folk ...per gli amanti delle etichette).

La "base operativa" dal 2017 è a Rovato (Bs).

La Cantina a Provaglio, maggio 2018

2020-21
La pandemia impedisce ogni attività musicale pubblica. Nonostante ciò l'Associazione Palcogiovani riesce a pubblicare il 17esimo album della collezione "Goi de cöntala?" che comprende la nostra nuova canzone "Generasiù" sempre con un testo di Fabrizio Galvagni.
Da febbraio 2021 pubblichiamo su Bandcamp un nuovo album con 14 brani vecchi e nuovi, ascoltabile in streaming e scaricabile a pagamento. "De rider e de pianzer".

de rider e de pianzer

2018
Il tredicesimo, quindicesimo e sedicesimo cd della collezione "Goi de cöntala?", serie dedicata alla canzone dialettale bresciana contemporanea, vedono la partecipazione della Cantina di Ermete con
"Casaccoglienza", "Aqua del Cés", "Telefonada". Nella prima canzone, su una struttura musicale guidata da una linea armonica di mandoloncello e composta da un ottimo insieme di fisarmonica, flauto, basso e batteria, si racconta, come fosse una fiaba detta ad un bambino, la storia della "Casa Accoglienza" di Passirano, che fino al 2013 ha accolto persone in difficoltà. La casa era un'alternativa al carcere (arresti domiciliari), alla strada, all’emarginazione (droghe e alcool), alla disperazione (solitudine e immigrazione).
La musica, dai caratteri celtico-folk è briosa e le liriche rifuggono toni pietistici (e le meste nostalgie che spesso permeano le composizioni dialettali).
Il testo è scritto dalla cantante del gruppo, Annalisa, che ha prestato come volontaria psicologa parte del suo tempo nella Casa Accoglienza. "Aqua del Cés" e "Telefonada" mettono in musica, con arrangiamenti sobri e quasi minimali per dare il massimo risalto ai testi, due poesie in dialetto di Fabrizio Galvagni. Tutti le canzoni di questi ultimi due cd sono infatti composte su liriche di autori bresciani.
Le compilation sono in vendita in molte edicole ed alcune librerie di Brescia e provincia (in www.palcogiovani.net l'elenco dettagliato dei punti vendita); inoltre sono scaricabili in i.tunes o Amazon. Anche ogni singolo brano è scaricabile dalla rete. (il termine "scaricabile" non mi piace proprio, ma pare sia quello più consono).

Notte rosa 2013 Brescia
25 maggio 2013: La Cantina di Ermete sfida le intemperie sul palco di piazza Tebaldo Brusato, alla "Notte Rosa" di Brescia. Da sx: Sergio, Annalisa, Roberto, Gianni, Giovanna

Dicembre 2012
Il primo dicembre viene presentato al Teatro S. Giulia (Vill. Prealpino, Brescia) il 12° CD della serie "Goi de cöntala?". Un'occasione per diffondere il nostro amato Canto di questua, scritto oltre cinque anni fa ma non eseguito nei concerti degli ultimi anni per problemi tecnico-strumentali. Ci danno una mano nell'esecuzione dal vivo il batterista Amos e la bassista Emma. Come i precedenti, anche il vol. 12 è reperibile in Amazon, iTunes Store ed alcuni negozi di dischi del bresciano. Dagli store digitali si possono scaricare anche i singoli brani.


Novembre 2011
Terminata la registrazione del nuovo brano Salìda che viene diffuso sull'undicesimo volume della collana di CD di musica dialettale "Goi de cöntala", presentato il 3 dicembre al Cinema Teatro Colonna di Brescia, con l'aiuto batteristico di Amos. È un pezzo melodico, ma pieno di stacchetti, stoppettini, con un testo fitto fitto che non rende la vita facile al cantante e tre voci che, verso la fine, si attorcigliano. Architettura quasi rock-progressiva con fraseggio quasi celtic-folk; fisarmonica e bouzouki per le tinte folk; basso, batteria e chitarra acustica per l'ossatura progressive. Insomma una canzone per niente banale che potrebbe piacere ai vecchi jethroTulliani e forse anche ai vecchi gentleGiantiani per non dire dei fairportianiConvenzionati.
"Goi de cöntala" è reperibile in fornite edicole del bresciano ma, una volta esaurito, si dovrebbe trovare anche nei seguenti punti. A Brescia: LIBRACCIO, corso Magenta 27/D - IDEA DISCO, via Cremona 54 - LA FELTRINELLI, corso Zanardelli - PUNTO EINAUDI, Via della Pace 16/A - A Darfo Boario: DISCO STORY, via Marconi, 1 - A Montichiari: RIVER MUSIC, via Romero 51 - A Erbusco: MUSICALBOX, via Costa, 5 - A Rezzato: PIERRE 2000, Via Da Vinci 20 - A Ponte San Marco Calcinato: CASA MUSICALE BRANZ, Statale 11 n. 224.
Sia il CD n.11 che il precedente n.10 sono scaricabili a pagamento da iTunes Store ed il n.10 anche da Amazon.
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"QUATER STAGIÙ" percorso poetico musicale lungo un anno
A partire da aprile 2011 si propone lo spettacolo QUATER STAGIÙ.
È un percorso "a tema" di oltre un’ora, che si sviluppa poeticamente e musicalmente lungo un anno.
Si evocano le stagioni della vita e, contemporaneamente, quelle della natura, con le canzoni della Cantina di Ermete, scelte appositamente per questo tema, e con le poesie in dialetto di Fabrizio Galvagni, poeta, insegnante e studioso residente a Vobarno. Per facilitare l'approccio con il dialetto, particolarmente ricco e complesso delle poesie di Galvagni, viene distribuito un fascicoletto con i testi originali e tradotti in italiano.

Autunno 2010
Si partecipa, con la canzone
Follestrocca, brano allegro, vitale e dalla ritmica trascinante, alla compilazione del decimo CD della serie "Goi de cöntala", prodotto dall'associazione bresciana "Palcogiovani". La raccolta, ma anche il singolo brano, sono scaricabili dagli store musicali come i.tunes o Amazon.

Estate 2008
Prosegue il cammino (...sempre in salita per qualche fisiologico rimescolamento di carte) della Cantina, che arricchisce il repertorio consolidando le intenzioni espresse nel paragrafo relativo al 2007.
Il nostro pianista/fisarmonicista canta e suona in solitario una emozionante "
Che bèla la lüna stasera", noto brano dedicato a Brescia.
Altro brano assai noto della musica popolare lombarda "
L'è tre dé" che molti ricordano nella versione dei Gufi o di Svampa, riproposto da noi in versione ritmata e asciutta, e, direi, sempre molto divertente.
E poi "
Braca de negót" (mucchio di niente), brano nostro, energico e pieno di colorite invettive che sfruttano termini e modi di dire incomprensibili fuori dall'ambito brescian/bergamasco.
Più simile ad un coro di avvinazzati che ad un coro a cappella quello che, a quattro voci, interpreta la breve "
Le pöte èce", derisori versetti della tradizione indirizzati villanamente ad incolpevoli signorine nubili.

La cantina del nuovo millennio...
(Settembre 2007)

Consuma un po' di corrente elettrica in più, ma non poi tanta: il desiderio di utilizzare il più possibile strumentazione acustica è vivo. Ed allora si ingaggia una brava flautista, un ecclettico fisarmonicista. Gabriele mette da parte la chitarra elettrica, Io ho tolto le "talamóre" al vecchio bouzouki appeso inutilizzato per 20 anni al muro. Lorenzo compera una buona chitarra classica, spolvera e rivitalizza il mandoloncello. Si tengono in repertorio i brani più adatti alla struttura attuale del gruppo e se ne aggiungono di nuovi: propri ed anche elaborazioni molto personali di brani altrui, alcuni di matrice "celtica" come "
The other land's end" scritta da Dan Ar Braz, "Bourrée d'Erasme" degli Urban Trad, "Outlaws" dei Capercaillie e "Dancing girl" dei Tempest, queste ultime due stravolte e corredate di liriche, ovviamente in dialetto.
E' in cantiere la versione completata e musicata di una nota filastrocca derisoria bresciana nota come "preghiera delle zitelle".
(Roberto)

Dalla cassetta “Quater stagiù” (anni’90)
Con questa cassetta (la quarta) completiamo un ciclo iniziato 12 anni fa. Il tema dominante di questo lavoro è la vita: dalla nascita alla morte (Quater stagiù), come ci rapportiamo ad essa (El mar), il ricordo dell’infanzia (Raìs) o alle sensazioni che la rendono unica (Cantaró). Troverete sonorità che ci riportano al Nord-Europa (Violino 2), ai balcani (Rais), al Sud America (Swing tango).
Questo per affermare l’universalità della musica; ed è in questa ottica la nostra scelta del dialetto bresciano che rappresenta la somma di storie e culture di popoli dalle più disparate zone geografiche.


Incontro con “La cantina di Ermete”, uno dei gruppi storici del folk bresciano - Quindici anni di attività e tre incisioni su cassetta - Dall’interpretazione di brani altrui alla composizione originale.
LA MUSICA CI RENDE LIBERI
“Il nostro dialetto ha una sua forza espressiva”

(di Anna Festa)

Da Bresciaoggi 7-04-1991

La chitarra? Un formidabile collante giovanile.
La musica? Sinonimo di aggregazione. Succedeva, negli anni ‘70. Ed è in quel periodo che “La cantina di Ermete” affonda le proprie radici: Erano solo in due, allora, armati di chitarra e belle speranze. “Era il ‘77. Ci si incontrava la sera, in paese (Ospitaletto, che ha dato i natali a tre membri del gruppo attuale, formato da Annalisa Alborghetti, cantante, Franco Ghitti, alla chitarra e al bouzouki, Fiorenzo Savoldi, al basso, Angelo Favalli, alla tastiera, e Luigi Legrenzi al violino, mandolino e flauti, ndr), si suonava e si cantava. Rifare i pezzi di cantautori come De André era un modo per stare assieme”, ricorda Luigi, leader storico della band.
Poi, con l’arrivo di un altro chitarrista, la decisione di comporre canzoni ex-novo, con testi sempre attenti a problematiche politiche e sociali. “Il fatto è che ci esibiva sempre all’interno di feste, e la nostra proposta era troppo impegnativa. Così iniziammo a sentire l’esigenza di cambiare strada, di fare della musica di genere più allegro”.

E attorno al ‘79 il gruppo, ampliatosi nel frattempo, cominciò a prendere spunto dalla tradizione popolare, un patrimonio ricco di cantilene, filastrocche e conte che ben si prestava ad essere musicato. Intanto qualcuno, come Luigi, si mise a studiare sodo: il flauto prima, e poi il mandolino e il violino.
Risultato: dalla tradizione rivisitata alla tradizione rielaborata e valorizzata. Un’operazione di creatività e non di omaggio conservativo museale.

Ed eccoli, ora quelli de “La cantina di Ermete”: oltre quindici anni di vita, innumerevoli concerti e tre incisioni su cassetta all’attivo (“Festanpiassa” dell’83, “Müsica müsica” dell’86 e “Cante per té” del ‘90).
Del resto la loro voglia di creare stava racchiusa anche nel nome che il gruppo si era scelto: a parte l’ovvia allusione alla cantina (“il luogo dove ci si trovava a fare le prove”), il riferimento ad Ermete va dritto dritto al dio Hermes, a detta di Cesare iniziatore di tutte le arti, ma, soprattutto, inventore della musica: fu lui infatti, secondo la mitologia, a costruire per esempio la prima lira, con il guscio d’una testuggine e delle corde di budello animale.

E veniamo ad un’altra faccenda. Il dialetto.
Tranne rare eccezioni, i pezzi de “La cantina di Ermete” sono scritti nel vernacolo di casa nostra, ingiustamente ritenuto lingua dura e per niente armoniosa. “Pian piano ci rendemmo conto che aveva una sua particolare forza espressiva, e che era perfino ricco di musicalità. Del resto, non ci era estraneo: noi parliamo, pensiamo in dialetto. E così diventò lo strumento ideale per esprimere le nostre emozioni...”.

Musica popolare come punto di partenza, dialetto come mezzo privilegiato di espressione e di comunicazione.
Dalle prime produzioni che facevano riferimento agli scenari del passato contadino a quelle attuali che alludono all’odierna quotidianità: le canzoni de “La cantina di Ermete” (praticamente tutte scritte e composte da Luigi Legrenzi e poi arrangiate ed eseguite dal gruppo al completo) parlano di feste e d’amore, di incontri e di ricordi, di voglia di ridere o di piangere, lanciano inviti a farsi protagonisti, regalano frammenti di vita e squarci di sogno.

Gli stili musicali sono i più vari: si possono incontrare i ritmi antichi di una giga irlandese, d’una bourrée francese o d’un tango argentino, trovare sonorità che vanno dalle danze ungheresi alle ballate di casa nostra, ma non mancano i sapori del pop progressivo dei bei tempi andati.

Gaiezza o malinconia, grintosa vitalità e tenere spruzzate romantiche, il violino che si leva struggente o la chitarra che apre dolcemente. La proposta musicale de “La cantina di Ermete” è andata facendosi sempre più ricca, raffinata e policroma.
E i testi rivelano come la padronanza del dialetto e la valorizzazione delle sue valenze espressive si siano notevolmente affinate.

Spillando nella cantina
(Bresciaoggi, 1986)
Non si può dire che il loro sia stato un lavoro sotterraneo, i risultati della ricerca sono verificabili da tutti ed i numerosi concerti li hanno fatti conoscere ai più: la Cantina di Ermete, dopo quasi due lustri d’ininterrotta attività, si presenta ora con una veste musicale d’indubbio interesse.

Quando la ricerca sulla musica folclorica e sui temi della civiltà contadina cominciava a segnare il passo per cedere al riflusso culturale scelsero di essere controcorrente, abbandonarono i vezzi cantautorali ed iniziarono a reinterpretare ballate popolari.
Forse il mondo delle loro canzoni era più ideologico che reale, ma è servito a far cogliere a Cecco e compagni la potenzialità espressiva del vernacolo locale e di alcuni temi musicali.

Festainpiassa”, la prima cassetta che hanno registrato, conteneva già elementi avvertibili della loro intuizione, ma solo con la recente “Müsica, müsica” sono riusciti a definire alcune caratteristiche di questo lavoro.
Il dialetto non è più la lingua della nostalgia, è soltanto un linguaggio immediato, foneticamente funzionale per le parole tronche, per i rimandi onomatopeici.
Al centro del discorso torna la musica, con fraseggi facili e di resa immediata, arricchiti dall’ottimo ènsamble strumentale, impreziositi dalla voce di Annalisa e dai cori virili di grosso effetto.
Qualche assonanza con le musiche padane la si può ancora cogliere, ma è più evidente l’influenza delle ballate celtiche, dei moduli occitani, di tanto folk rock tanto che immediatamente sentendoli ho avuto la sensazione di rivivere atmosfere da Incredible String Band. (...)

Boario, un concerto per la Croce Rossa
(Giornale di Brescia - 1986)
(...) Parteciperà alla manifestazione, che si preannuncia interessante, il gruppo folk “La cantina di Ermete”.
La proposta musicale di questo complesso attinge dalla tradizione della musica popolare. Sono nate così ballate interamente musicate su testi che si rifanno alla vita contadina ed alle filastrocche cantate. Ultimamente il gruppo ha presentato novità introducendo nell’esecuzione dei motivi tastiere, batteria e basso. L’uso del dialetto ben si adatta alla narrazione dei fatti che quotidianamente accadono, nel bene e nel male. (...)


SITO SEGNALATO DASito segnalato da Folklore.it